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martedì 3 ottobre 2017

FOGLIESULFIUME #006


Editoriale #006

Questo numero è un numero speciale per due motivi. Speciale perché fogliesulfiume da qui intraprende un nuovo corso. E’ cresciuto, anche se ancora il suo passo incede come quello di un bambino che ha appena iniziato a camminare. E poi è Speciale perché, con la scusante del nuovo corso che apre il filone delle trasposizioni cinematografiche fumettistiche, intende inaugurarlo omaggiando due mostri sacri nel campo artistico che ci hanno lasciato quest’anno improvvisamente, e a pochissimo tempo l'uno dall'altro. Due 'uomini' che insieme hanno creato e consacrato una nuova essenza alla mitologia. Gente come questa verrà ricordata nei secoli dei secoli per aver fondato la mitologia degli horro contemporanei.
Il 18 marzo è deceduto il Re dell’orrore a fumetti, Berni Wrightson. Chi legge fumetti, o almeno è riuscito a entrare in contatto con gli albi della Corno, sa di che parlo perché si sarà sicuramente imbattuto in qualcuna delle sue terrificanti storie. Relegato insieme a icone horror come Dracula, o recalcitranti Zombie, nel mitico Corriere della paura, magazine horror che ad un adolescente di quegli anni che leggeva fumetti, lasciava addosso un sincero sapore di vero horror proveniente direttamente dalla filmografia Hammer.  Suo è il Frankestein fumettistico in assoluto migliore mai realizzato. Sua la rigenerazione matura di Swamp Thing in quell’essenza limacciosa e putrida. Il suo bianco e nero conferiva un aspetto ancora più tetro alle tavole, scarne e funeree, come le crepe nella lapide marmorea assaltata da muschi e funghi, o quello delle nostre ossa che traspaiono dai sottili strati della pelle che ci riveste. Per rendere ulteriolmente l’idea, nel primo Ghostbuster, il fantasma decrepita e raggrinzita della bibliotecaria è disegnato da Wrightson.
Il Re degli Zombi invece, George Romero, si è spento invece il 16 luglio. Per George Romero non credo ci sia bisogno di spendere troppe parole. Chiunque ha visto un suo film di zombi, o almeno ne ha sentito parlare. La notte dei morti viventi, Zombi, sono di quei film conosciuti anche a chi il cinema dell’orrore lo conosce a malapena. Romero passerà alla storia insieme ai vari Kubrick e Truffaut perchè stato il primo regista a rappresentare gli zombi come li conosciamo oggi (anche se alcuni corrono…), e se esistono fumetti, videogiochi, film e serie tv sugli zombi ancora oggi, è senza ombra di dubbio a George che lo dobbiamo.
A questi due grandi autori vogliamo dedicare questo numero di fogliesulfiume, anche se adesso cominceremo a parlare anche di un terzo personaggio,  un altro ‘uomo’ che invece, per fortuna dell'umanità, è ancora vivo, ma che ha partecipato alla congiunzione di questa triade sovrumana di elementi, e ne è stato addirittura fondamentale (il numero originale americano porta la sua foto in ultima di copertina, proprio come fosse un suo libro). Parliamo di quel Genio della narrativa moderna che ha ramificato le proprie geniali paure nell'essenza stessa della mitologia odierna: Stephen King. Su di lui credo non ci sia nulla da dire, il nome già è abbastanza per chiunque.
In pochissimi sanno, almeno in Italia, che queste tre icone, seppur lontanamente e molti anni fa, nei primi anni 80, hanno per qualche tempo incrociato loro esistenze per collaborare insieme. E quello che avete tra le mani questo mese ne è il risultato. Un cocktail di tre mostri sacri: la genialità di King nel creare l'orrore, seppur ispirandosi ai noti Creepy e Weird tales della Warren (la Warren era la Hammer dei fumetti, e Wrightson aveva fondato proprio in quei fumetti dell’orrore la propria carriera) comics onnipresenti nella cultura americana quanto paperino e topolino. Quelle visioni saranno rappresentate in immagini da Romero, e infine fatte ricongiungere alla loro corrente d'ispirazione originaria, quella dei fumetti appunto, da Bernie Wrightson, a metà strada tra le epiche e pittoriche rappresentazioni di Alex Raymond, e la carne fetida e muta della Morte.
Il film è un Cult, posticcio, ma che lascia il segno in alcuni passaggi. Il personaggio di Virrel della seconda storia è interpretato da Stephen King in persona. L'ultima storia invece era quella realizzata meglio, più shoccante e disturbante.
Nel fumetto la prospettiva riportata dalla mano di Wrightson è naturalmente diversa. Chi conosce il film, troverà qui una nuova gustosa versione, come fosse un remake, inframezzata naturalmente dalle nostre serie ancora in corso. Quindi, tra le storie di Creepshow, le strip di Dick Tracy, di Tarzan (che riprende in una nuova veste), accanto alla nuova avventura di The Clock che stavolta se la vede brutta, troverete anche le divertenti tavole di Prof, una violenta ed eroticissima storia della Verotik intitolata Box 69, e la prima appariuzione italiana di un nuovo personaggio creato da Siegel e Shusters. Già, proprio loro, gli stessi autori di Superman (non so se mi spiego…).
Dr. Occult, un tassello fondamentale nella storia del fumetto, gran bel personaggio, soprattutto unico per l’epoca. Ma per Siegel e Shusters non era abbastanza. Lo chiusero circa un anno dopo proprio per far atterrare un kriptoniano sulla terra dentro un meteorite. E il resto è storia…
Ma  non solo. Perché Dr Occult non è Superman (anche se il volto è lo stesso). E’ un prototipo, decisivo per la nascita del supereroe per eccellenza con la S sul petto. Ma in realtà Dr. Occult è  basilare per tutta una serie di personaggi come il nostro indagatore dell'incubo Dylan Dog. E per di piu’, nella storia che vi appresterete a lettere, farete la conoscenza del primo vampiro apparso in una storia a fumetti!
Credo di aver già detto abbastanza. Ci vediamo a novembre!


Buon Ottobre a tutti!

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