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domenica 8 luglio 2018

FOGLIESULFIUME #015


Editoriale #015

Avere Re Kong in copertina è già un onore. 
Già, io l'avrei chiamato Re Kong però, invece di King Kong. Rende anche meglio, soprattutto in italiano. Questo mese (anzi, questo bimestre) terminiamo la saga di King Kong come avrete capito. L'incubo mostruoso per antonomasia del '900, prima dell'avvento della bomba atomica.
Già perchè prima dell'atomica c'era Re Kong, dall'atomica in poi invece arriva Godzilla. Altro mostro enorme, altro problema nazionale, altro cataclisma sociale. 
L'atomica fu solo un tragico indelebile imprevisto. Torniamo a Re Kong, e a qualcuno anche temporalmente vicino (vicino in tutti i sensi ;) ) come Tarzan. Perchè Tarzan? Perchè è il suo opposto. Tarzan era un uomo nella giungla. King kong un animale nella civiltà. Due esseri fuori dal proprio contesto. Chi sopravvivrà?
La lotta è impari, almeno secondo la convinzione culturale post-seconda-guerra-mondiale. Un bambino allevato dalle scimmie riesce a resistere al processo di adattamento, diventando un superuomo, mentre un gigantesco scimmione vissuto in cattività su un isola remota si arrampica su un grattacielo allertando tutte le forze aeree fino ad essere abbattuto e buttato giù. L'unico antenato culturale rappresentato da Godzilla era Re Kong. Lui rappresentava le ataviche paure americane.
A bilanciare di leggerezza il pessimismo insito nella storia in questione, ci pensa un altro personaggio, dal brand ancora più chiaro e altrettanto conosciuto. Parliamo naturalmente di Barbie (& Ken), la Regina delle Regine. La principessa dai biondi capelli dorati. E dagli occhi color smeraldo.
Mi ricordo di una pubblicità dell'epoca, con uno scimmione che teneva alta, sollevata dentro una mano, il pupazzo di una Barbie. Sarebbe stata la copertina perfetta per questo numero che rappresenta in un certo qual modo La Bella e La Bestia, altra immota fiaba. Ma così non è potuto essere perchè il flano non è stato trovato. 
In sostanza, il mondo cambia e anche i messaggi devono subire un processo di reinterpetazione. Perchè quello che andava bene una volta, oggi non funziona più. Proprio per questo abbiamo un film su Tarzan ogni 3, 4 anni. O uno su King Kong ogni 5 anni. Perchè i simboli universali vanno reinterpretati.
Viviamo presso il bacino occidentale del pianeta King Kong. Blues Brothers e Supereroi sono il nostro pane quotidiano quanto un McDonald o un Burger King. Pertanto, il caso vuole che proprio mentre scriviamo questo editoriale, ci imbattiamo temporalmente nella dipartita di un uomo che ogni fans del fumetto ha almeno sentito nominare una volta nella sua vita. O ha letto il suo nome stampato su qualche copertina, o nei credits di un fumetto. Un nome che, volutamente, era rimasto nell'ombra, rispetto ad altri colleghi, come il ben più strarinomato Jack Kirby, ma che è all'altezza anche di personaggi più alti come Stan Lee.
Insomma, diciamoci la verità: chi dice che ha davvero letto fumetti non può non essersi imbattuto almeno una volta nella vita in Steve Ditko (Stephen Ditko). Un uomo che è stato alquanto bistrattato, anche volutamente (a quanto pare, smise di farsi fotografare negli anni 70, ed ha tenuto fede a questa promessa fino al 29 giugno 2018). Parliamo di un uomo che può essere paragonato a un Christian Andersen, in grado di creare storie e personaggi che sfondano la potenza del tempo, e che restano nel mito dell'umanità.
Steve Ditko, grande appassionato di The Spirit e di Batman, risulta essere il creatore principale dell'Uomo Ragno, se non l'unico. E risulta esserci il suo zampino anche nella creazione di altri personaggi, tra cui il Doctor Strange...
Ma Steve, è giusto dirlo e ribadirlo, non ha soltanto lavorato per la Marvel. I continui dissapori con quella già grande azienda in espansione, lo avvicinano ad altre case editrici, la Charlton Comics per dire solo il primo che viene in mente, o la DC... insomma, altri luoghi in cui Ditko può dare libero sfogo alla sua arte, alla sua fantasia, senza una museruola. Capitan Atom, Mr. A, i Creeper, sono soltanto delle mete di un percorso che affonda nella seconda guerra mondiale. Dalla Redazione, faremo il possibile per trovare uno spazio adatto in cui parlarvi dello Steve Ditko che non avete mai visto, e che non avreste mai immaginato di conoscere. Sembra una notizia stile Novella 2000 (che fa anche parecchio estate dopotutto), in realtà è vero, il segreto mondo fetish di Ditko sta per venire a galla proprio perchè, l'attenzione della massa si concentra su di lui conseguentemente alla sua morte. Per noi era già un obiettivo nel nostro cammino, la triste dipartita di Ditko ci spinge ad accellerare la pubblicazione delle sue opere per meglio riconoscerne il valore, (eccellentemente vintage quanto Kirby, se non di più).
Come al solito fogliesulfiume affronterà l'argomento con la stessa neutra obiettività con cui ha pubblicato altro materiale in passato. Così come tutte quello che gravita nelle nostre pagine: noi siamo solo una finestra che decifra un codice già scritto.
Ma avremo modo di approfondire ancora. Intanto beccatevi questo numero...e attenti a leggere fogliesulfiume sotto al sole senza cappello. Potrebbe darvi alla testa!

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